Su scala mondiale, da ormai qualche tempo, si sta verificando un cambiamento di scenario che sta coinvolgendo anche la Lombardia, una regione che è responsabile del 27% di tutte le esportazioni italiane.
Fino a pochi anni fa Paesi come Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa vivevano una fase di crescita economica tale da indurre, all’inizio del nuovo millennio, un economista di Goldman Sachs di nome Jim O’Neill a coniare l’acronimo Brics proprio per indicare queste nuove realtà di riferimento per il commercio internazionale.
DENTRO COREA DEL SUD, TAIWAN E HONG KONG. FUORI RUSSIA E BRASILE
Dieci anni dopo, la profonda recessione ha cominciato a creare difficoltà a due di queste potenze emergenti come il Brasile e la Russia. Nello stesso tempo si è assistito all’ascesa di nuove realtà in arrivo dall’Asia, come Corea del Sud, Taiwan e Hong Kong, che sono state capaci di ritagliarsi un ruolo sempre più evidente all’interno dello scacchiere internazionale.
Per definire questa nuova entità “transnazionale” frutto di uscite eccellenti e nuovi ingressi ambiziosi è stato introdotto l’acronimo Thicks (Taiwan, Hong Kong, India, Cina e Corea del Sud). Anche in Lombardia, nel corso del 2015, si è assistito a un crollo dei numeri relativi all’esportazioni in Russia e Brasile (rispettivamente -30% e -18%) contestualmente a un rafforzamento dei flussi verso il mercato asiatico.
FLUSSI COMMERCIALI IN AUMENTO VERSO L’ASIA
Grazie ai dati elaborati da Éupolis Lombardia è possibile constatare come in Corea del Sud le esportazioni lombarde abbiano un peso limitato in termini assoluti (l’1,2% del totale nel 2015, per un valore di quasi 1,4 miliardi di euro) ma stiano crescendo a un ritmo poderoso (+ 42% negli ultimi cinque anni). E se anche l’export verso Taiwan continua a presentare numeri relativamente modesti, circa lo 0,3% delle merci totali esportate (380 milioni di euro il valore complessivo), i dati si fanno interessanti per quanto riguarda Honk Hong. In questo caso i flussi commerciali originati in Lombardia hanno un valore superiore a 1,6 miliardi di euro (oltre il quadruplo di quanto fatto segnare da Taiwan): la crescita è stata del 17,3% rispetto al 2014 e di ben il 74,4% rispetto al 2010.
THICKS VICINO AL SORPASSO (MA IL MERCATO PRINCIPALE RIMANE L’EUROPA)
Al momento, il valore dell’export lombardo nei confronti dei Paesi del Brics è ancora leggermente maggiore rispetto a quelli del Thicks: 8,2 miliardi di euro contro 7,9 (il 7,4% e il 7,2% del totale delle esportazioni lombarde), ma alla luce delle riflessioni appena esposte, è facile pensare che entro breve si assisterà al sorpasso, in considerazione anche del significativo differente trend delle esportazioni lombarde rispetto alle due aree, con una variazione nel 2015 rispetto all’anno precedente di +7,1% verso i Thicks (addirittura + 27,6% dal 2010) contro il -9,3% verso i Brics.
In generale, la maggior parte delle esportazioni lombarde non ha al momento come destinazione i mercati asiatici e nemmeno quelli del vecchio Brics: circa il 40% delle nostre merci è destinata infatti ai Paesi dell’Unione economica e monetaria. Se si aggiungono anche i flussi verso gli Stati Uniti la percentuale supera il 54%. E se si allarga l’insieme anche agli altri Paesi europei si tocca quota 65%.
MILANO CONTRIBUISCE AL 15% DELL’EXPORT NAZIONALE VERSO SINGAPORE
A fornire uno spaccato sull’incremento degli scambi commerciali tra la Lombardia e alcune realtà asiatiche emergenti sono anche alcuni dati diffusi dalla Camera di Commercio di Milano relativi a Singapore, una piccola città-stato che pur non facendo parte tecnicamente dell’acronimo Thicks, sta facendo registrare incrementi interessanti. Nel 2015 è stato di oltre 700 milioni di euro l’interscambio commerciale con la Lombardia, un terzo del totale italiano. Questo valore è per la gran parte (oltre 580 milioni di euro) rappresentato dalle esportazioni.
La sola Milano con oltre 290 milioni di euro di export rappresenta il 50% del dato lombardo e il 15% di quello nazionale. I prodotti lombardi più esportati a Singapore sono i macchinari (24% del totale, +4,9% tra 2014 e 2015) e quelli relativi al settore moda (14%, +3,1%).
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