martedì 27 dicembre 2016

L'IMPRESA 4.0? SI FA CON LA REALTÀ VIRTUALE IMMERSIVA E AUMENTATA

Chi pensava che la realtà virtuale e la realtà aumentata fossero solo gaming e intrattenimento, dovrà ricredersi. 9,6 milioni i dispositivi di realtà virtuale consegnati nel mondo nel 2016, secondo le stime della società IDC, e 13 miliardi e mezzo i dollari raggiunti per il mercato globale entro il 2020, da quanto prevede JPMorgan Securities.

L’applicazione immersiva di Expo 2015, realizzata da Telecom Designè
una delle prime al mondo progettate per il visore di realtà virtuale SAMSUNG GEAR VR



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Dagli ambienti di training aziendale - con esperienze immersive che mostrano ai dipendenti come eseguire le operazioni più semplici, come montare e smontare le componenti di una macchina utensile, e quelle più complesse – ai laboratori digitaliche insegnano agli apprendisti a lavorare con parchi macchine nuovi e al passo con i tempi.






Nell’ambito di Technology Hub - l’evento professionale delle tecnologie innovative promosso da Senaf (MiCo- fieramilanocity, 20-22 aprile 2017) il settore AR/VR Hub sarà dedicato agli strumenti e agli ambienti di realtà virtuale. Un nuovo grande coach in pixel che si integra a manuali e fogli cartacei, offrendo una preparazione dai notevoli vantaggi in termini di timesheet e costi. Secondo le stime della società IDC i  dispositivi di realtà virtuale consegnati nel mondo nel 2016 saranno 9,6 milioni, e 13 miliardi e mezzo i dollari raggiunti per il mercato globale entro il 2020 (fonte JPMorgan Securities).

lunedì 26 dicembre 2016

SOLO 30MILA AZIENDE ITALIANE HANNO UN ECOMMERCE (IN FRANCIA SONO 800MILA)

20 Milioni di italiani fanno acquisti online e la maggior parte di questi soldi vanno all’estero perchè ancora troppe poche aziende hanno capito l’importanza dell’eCommerce, solo 30mila.


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C’è un grosso problema: stiamo perdendo terreno nel settore più dinamico del commercio mondiale.

Regno Unito, Germania e Francia si accaparrano il 67% della torta delle vendite digitali europee, l’Italia solo il 3,7%”, ha dichiarato Roberto Liscia, presidente del consorzio Netcomm, durante il ‘Salone dei pagamenti’.

Somma minima se pensiamo che in francia sono circa 800mila le aziende che vendono online, quindi da una parte il nostro paese è popolato da aziende non ancora 2.0 dall’altra gli utenti che comprano online sono in netto aumento rispetto al 2015, si stima circa 20 milioni di fatturato, +18% rispetto all’anno scorso.

In Italia però la colpa dell’incapacità di molte imprese di vendere online non è solo colpa del fattore economico, molto è dovuto ad un fattore culturale. Le aziende italiane sono ancora convinte che il contatto diretto sia la chiave del successo, certo è sicuramente molto importante ma non è più l’unico.

Un imprenditore 2.0 è infatti in grado di gestire sia il contatto diretto con il consumatore in maniera fisica, nel negozio tradizionale, che online, incrementando così le vendite che i clienti che così potrebbero accedere al suo negozio da ogni parte del mondo.

Fonte: Salone dei pagamenti



ARGOMENTO CORRELATO:

E-COMMERCE: SARÀ PIÙ FACILE PER LE PMI VENDERE IN EU

venerdì 23 dicembre 2016

L'E-PAYMENT PRENDE IL VOLO: BUSINESS DEI PAGAMENTI DIGITALI VERSO I 26 MILIARDI

I pagamenti digitali spiccano il volo in Italia, a quota 175 miliardi di euro nel 2015 (+12,2% rispetto all'anno precedente) e pari a oltre il 22% dei consumi delle famiglie. È quanto emerge dal rapporto "I pagamenti digitali in Italia", pubblicato in collaborazione con CartaSi, Consorzio CBI, Intesa Sanpaolo, PayPal e TIM. Lo strumento preferito dagli italiani continua a essere il contante (430 miliardi di euro), con cui si pagano il 56% dei consumi, ma che in numero di transazioni rappresenterebbe oltre l’80% delle transazioni.


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"Negli ultimi due anni la crescita dei pagamenti elettronici con carta ha superato le attese (+10,2% nel 2014 e +12,2% nel 2015), tanto da crescere a un ritmo maggiore di quello della media in Europa (intorno al 7-8%), sintomo probabilmente di un principio di cambiamento culturale nei consumatori italiani e di un effetto trascinamento del decreto ‘obbligo POS’ che ha generato un cambio di atteggiamento anche negli acquirenti” afferma Valeria Portale, direttore dell’Osservatorio Mobile Payment & Commerce del Politecnico di Milano. “Tenendo conto che il nostro Paese ha parecchio terreno da recuperare rispetto agli altri Stati europei, ed ipotizzando una crescita che nei prossimi tre anni si mantenga in linea con quella dell'anno appena trascorso, ossia intorno al 12,1%, stimiamo che i pagamenti con carta nel 2018 potrebbero raggiungere i 246 miliardi di euro".

L’Italia gode di un'ottima base infrastrutturale per l'accettazione di pagamenti digitali e di una buona diffusione di carte di pagamento tra la popolazione, in linea o superiore ai Paesi europei più sviluppati. Nel 2015 cresce il numero di carte in circolazione (87 milioni, +1% rispetto al 2014), mentre il numero dei POS decresce leggermente (circa 1,76 milioni, rispetto agli 1,88 milioni del 2014) probabilmente a causa di una dismissione di terminali datati censiti ma già non operativi.

giovedì 22 dicembre 2016

MEDIE IMPRESE: COME RECUPERARE TERRENO (E FATTURATO)?

Le medie imprese di tutta Europa hanno bisogno di innovare con la digital transformation per competere e puntare alla crescita di fatturato. I risultati di una ricerca commissionata da Ricoh a Coleman Parkes mettono in evidenza un possibile percorso di sviluppo. (A cura di David Mills, CEO di Ricoh Europe)


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Cosa si potrebbe fare con 433 miliardi di euro? Si potrebbero ad esempio realizzare i 77.000 km della rete autostradale americana oppure sovvenzionare oltre un centinaio di missioni su Marte . Di fatto, l’intera economia della Polonia genera all’incirca quella cifra .
Da una recente ricerca commissionata da Ricoh a Coleman Parkes è emerso che le 75.000 aziende di b dimensioni presenti in Europa perdono potenzialmente 433 miliardi di euro di fatturato ogni anno.


Quali sono le cause? Cosa possono fare le medie imprese per recuperare fatturato?

Partiamo dal fatto che, come messo in evidenza dalla ricerca Ricoh, le medie imprese soffrono della “sindrome del figlio di mezzo” se paragonate alle start-up e alle grandi aziende a cui è infatti principalmente rivolto il supporto da parte dei Governi e dei legislatori. Si tratta di una grande occasione perduta, dal momento che le medie imprese rappresentano il motore dell’economia europea.

Il 93% di queste aziende mette in evidenza l’esistenza di freni che impediscono loro di raggiungere il pieno potenziale. Tra i principali ostacoli:
•    Requisiti normativi complessi e che richiedono ingenti investimenti
•    Difficoltà nell’attirare nuovi talenti
•    Difficoltà nell’ottenere finanziamenti per nuove tecnologie a supporto della crescita
Le medie aziende non dovrebbero stare ad aspettare che cadano i vincoli burocratici, ma rimboccarsi le maniche ed agire per recuperare fatturato. Su quali aspetti concentrarsi?

1.  Il futuro è interconnesso

Per avere successo nell’attuale mercato competitivo, le aziende devono riuscire ad essere il più agili possibili sia all’interno – ad esempio nell’ambito della Ricerca e Sviluppo o nella condivisione delle informazioni – sia all’esterno per rispondere rapidamente alle richieste dei clienti. La buona notizia sta nel fatto che le tecnologie per la digitalizzazione sono ormai alla portata di tutte le aziende che vogliono introdurre modalità di lavoro più flessibili e smart. La ricerca ha messo in evidenza come il 30% del campione delle medie aziende deve ancora implementare tecnologie per la digitalizzazione. Per le realtà che invece lo hanno già fatto i benefici sono chiari: il 65% delle aziende che ha implementato tecnologie digitali sostiene che questa innovazione abbia consentito loro di superare i competitor.

2.  Ridurre i costi con la digital transformation

Oltre ad aumentare la flessibilità, la digital transformation porta ad una significativa riduzione dei costi operativi. Ad esempio, digitalizzando i processi di fatturazione e di gestione del cash flow non è più necessario tracciare i flussi documentali cartacei e le aziende possono utilizzare la risorsa più preziosa – il tempo – per gestire attività strategiche per il business. Questo migliora la produttività, velocizza i cicli di pagamento ed elimina i costi per la produzione, distribuzione e gestione delle fatture.

3.  Normative: prevenire è meglio che curare


Come detto, la complessità normativa è citata nelle ricerca tra i principali ostacoli alla crescita. Una possibile strada è quella di lavorare con partner in grado di gestire tale complessità, scegliendo soluzioni certificate o pacchetti di servizi per stare al passo con i cambiamenti normativi. Ad esempio, come conseguenza della maggiore diffusione dello smart working, i dispositivi aziendali e i dati in essi contenuti devono essere sempre più protetti. A breve un nuovo regolamento europeo introdurrà pesanti sanzioni in relazione alla data breach, sanzioni che metteranno in difficoltà anche le grandi aziende. Quelle di medie dimensioni devono quindi riuscire a gestire fin da subito gli accessi ai dati, trovando soluzioni che abilitino lo smart working senza compromettere la sicurezza delle informazioni.

Non c’è dubbio che le medie aziende abbiano ambiziosi obiettivi di crescita: il 38% delle medie aziende europee sta pianificando di quotarsi in borsa, mentre il 21% intende attuare operazioni di merger and acquisition. Anche se attualmente sembra che manchi l’adeguato supporto, non è detto che il potenziale resti irrealizzato. Puntare sulle tecnologie potrebbe essere un buon punto di partenza per aiutare le medie imprese a recuperare la loro parte dei 433 miliardi di euro potenzialmente disponibili.



mercoledì 21 dicembre 2016

OSSERVATORIO CARTA SI: CRESCE L'ECOMMERCE

Acquisti con carta: spesa media +4,3% nel 2017 (+ 4,5% nel 2016)



CartaSi, azienda attiva in Italia nei pagamenti elettronici, ha pubblicato il Rapporto previsionale dell’Osservatorio acquisti di CartaSi, strumento di osservazione dei fenomeni di spesa, delle caratteristiche e dei comportamenti dei consumatori con carta di pagamento. In particolare, il Rapporto Previsionale, oltre ai dati di fine 2016, analizza le dinamiche di spesa media con carta (di credito e prepagate) attese per il 2017.

Osservatorio CartaSi: i settori abbigliamento e calzature

Dai dati risulta che dopo la chiusura a +4,5 percento del 2016, nel 2017 è prevista una crescita della spesa media del +4,3 percento: sostanziale stabilità quindi, con il lieve rallentamento dovuto al fisiologico rientro delle dinamiche di crescita del canale ecommerce che, dopo il +16,4 percento del 2016, segnerà +14 percento nel 2017. Il canale fisico, come spiega il management di CartaSi in una nota, vedrà invariata la crescita di quest’anno: +1,6 percento.

In termini di composizione settoriale, si legge nella nota di CartaSì, resteranno in evidenza il dettaglio non alimentare (+11,6 percento nel 2017, +18,4 percento nel 2016) e i servizi vari, specialmente i servizi postali (+ 9,4 percento nel 2017, + 13,1 percento nel 2016).

Una buona spinta, l’anno prossimo, arriverà dalla ripresa delle spese in telecomunicazioni (+3,7 percento nel 2017, + 0,4 percento nel 2016), mentre i comparti legati al turismo continueranno a registrare una crescita più moderata anche se crescente. I beni per la casa manterranno un segno negativo (-2 percento nel 2017 dopo il -4,8 percento nel 2016), mentre i settori abbigliamento/calzature aumenteranno debolmente (+1,2 percento nel 2017 vs +1,4 percento nel 2016).

Per quanto riguarda le aree geografiche le spese con carta nel Nord Italia, si legge nel comunicato, "crescono oltre la media nazionale (con punte di +8,7 percento del Trentino Alto Adige, +6 percento del Friuli Venezia Giulia, + 5,3 percento della Lombardia, +5,6 percento del Veneto), mentre nel Sud e nelle Isole rallentano (dal -0,1 percento previsto per Basilicata e Calabria, al +0,6 percento della Sardegna, fino al +1,2 percento della Campania).

Nonostante quindi un approccio cauto delle famiglie italiane nelle scelte di consumo, la specificità del target dei possessori di carta di credito e prepagate ed il forte contributo del “digitale” portano a mantenere sostanzialmente stabile il tasso di sviluppo delle spese con moneta elettronica a spendibilità internazionale.



martedì 20 dicembre 2016

IL COLIBRÌ CHE DECIDE LA VISIBILITÀ DEL VOSTRO SITO AZIENDALE

Se la vostra azienda non è tra i primi risultati di Google cercando per parole chiave dovete dare la colpa a un uccellino: Colibrì.


Colibrì (Hummingbird in inglese) è infatti il nome di un algoritmo di Google, un software che seleziona i siti ritenuti migliori e li posiziona nelle prime posizione a vostro discapito. I vostri concorrenti in questo modo vi superano e i clienti arriveranno prima da loro. In molti hanno definito Colibrì la più grande rivoluzione targata Google dell’ultimo decennio. Hummingbird infatti si basa sul concetto di knowledge graph, un grafico che, mette in relazione la parola chiave ricercata dall’utente con una serie di oggetti del mondo reale, allo scopo di fornire risultati di ricerca il più possibile esaustivi e utili per l’utente, creando quindi un vero e proprio grafico di conoscenze, che determina i risultati che vengono visualizzati nelle posizioni di ricerca.

Come potete dunque fare per migliorare il vostro posizionamento?


Il team Vikyanna è in grado di  per fare in modo che le imprese sfruttino questo algoritmo al meglio, posizionandosi prima dei concorrenti, seguendo alcuni semplici consigli.

Capire come ragiona l’algoritmo.


Il nuovo algoritmo di Google parte dal presupposto che il linguaggio sia spesso ambiguo e che a una stringa di ricerca possano corrispondere esigenze completamente differenti. Basta infatti pensare alla parola “pesca”: si riferisce al frutto o allo sport preferito dai pescatori? Ogni contenuto che creiamo, di conseguenza, non deve lasciare spazio ad ambiguità, chiarendo fin da subito quale sia l’argomento. Questo aiuta Google, con i suoi algoritmi, a capire di cosa stiamo parlando e aiuta anche gli utenti, che comprendono subito se i nostri testi rispondono alle loro domande o meno.

Rendere responsive il proprio sito


Il traffico mobile, sta assumendo un ruolo prioritario per il traffico di ricerca e, già oggi, i volumi di connessioni ad internet in mobilità hanno superato quelli da fisso. L’assegnazione di una maggiore rilevanza ad aspetti come l’immediatezza, la facilità di fruizione e di recupero delle informazioni desiderate, sono diventati parametri guida nell’assegnazione delle posizioni nei risultati di ricerca. Per quanto sia interessante, completo e ben scritto un nostro articolo, se non viene caricato sui dispositivi mobili velocemente e in modo che sia consultabile comodamente, senza dover allargare e stringere la schermata ogni riga, Google ci penalizzerà, facendoci retrocedere come posizioni.

Se non sapete come iniziare a sfruttare questi consigli, contattateci, e i nostri esperti lavoreranno per voi

lunedì 19 dicembre 2016

I 10 TREND DELL’AZIENDA DIGITALE NEL 2017

Omnicanalità, experience, approccio platform e… il percorso di digitalizzazione passa dalla gestione di 10 elementi chiave



Il 2017 sarà un anno fondamentale nel percorso verso la digitalizzazione: dal 1 gennaio la fattura elettronica diventa pienamente b2b, interessando migliaia di aziende; sul fronte welfare è previsto il pieno accesso multicanale alle prenotazioni sanitarie e a referti sanitari online, per il fisco entra in vigore la presentazione telematica della dichiarazione di successione e delle domande di voltura catastale, e ancora: ciclo dell’ordine, controllo fiscale del contribuente e molto altro.
Ma quali sono i principali elementi da governare perché un’azienda diventi digitale? Gruppo CMT, marchio di C.M.Trading, specializzato nella Gestione Digitale delle Comunicazioni e del Customer Communication Management, ha analizzato con Daniele Marazzi, Digital rEvolution Designer e Senior Advisor del Politecnico di Milano esperto di digitalizzazione, le 10 keywords dell’azienda digitale del 2017.

Dieci parole d’ordine a cui ispirarsi per intraprendere un percorso sicuro e unidirezionale e prepararsi, così, ai cambiamenti del nuovo anno.

I 10 trend del 2017

Omnicanalità: l’illusione di poter procedere con un radicale passaggio dalla carta al digitale è, appunto, un’illusione. Sembrerà banale, ma il percorso verso una reale digitalizzazione dei processi aziendali passa attraverso la coesistenza fra flussi cartacei e digitali, perseguendo una progressiva ed organica integrazione tra le due tipologie di comunicazione.

Experience:
non solo experience per il cliente ma anche experience per l’azienda. La facilità d’uso e la user experience sono un elemento imprescindibile per un’adozione efficace. Tecnologie accessibili, semplici e usabili, in grado di non spaventare gli operatori che devono utilizzarle.

Approccio Platform:
è una scelta strategica che consente di migliorare l’interazione fra l’azienda è il fornitore di soluzioni digitali, che può più facilmente tradursi in un autentico rapporto di partnership, un dialogo caratterizzato da rapidità di risposta e capacità di personalizzazione.

Misurabilità: l’esigenza di governare flussi complessi e diversificati si traduce nella necessità di dotarsi di strumenti di controllo delle comunicazioni - che siano queste cartacee o digitali - in grado di tracciare l’intero ciclo di vita dei contenuti. Avere processi sotto controllo, efficienti e sicuri, è la base fondamentale su cui costruire una pervasiva e diffusa cultura digitale al proprio interno.

Flessibilità: i tempi delle decisioni e del business sono sempre più veloci, le soluzioni rigide non funzionano più, mentre sistemi scalabili e personalizzabili permettono scelte di breve periodo che possono essere corrette progressivamente. Dotarsi di strumenti modulari, componenti di framework stabili ma declinabili è la chiave per trovare risposte rapide che ripagano già nel breve periodo, senza richiedere stravolgimenti nell’infrastruttura, ma anzi potenzialmente regalandole una ‘seconda giovinezza’.

Evoluzione: la possibilità di introdurre progressivamente le soluzioni digitali, grazie a piattaforme agili e scalabili, aiuta anche il percorso di riorganizzazione interna del lavoro. Un’introduzione evolutiva, capace di dispiegarsi e di crescere di pari passo all’aumentare della consapevolezza diffusa nell’organizzazione sull’efficacia del nuovo modo di lavorare.

Sicurezza: il trattamento e la gestione dei dati (big o non big data che siano) saranno uno dei temi cardine del 2017, infatti il digitale molto spesso spaventa anche perché associato ai temi della sicurezza e dell’eticità.  Nella quasi totalità dei casi le aziende devono affidarsi ad outsourcer, per cui diventa fondamentale rassicurare le loro preoccupazioni, sia per mezzo di certificazioni e accreditamenti, sia coinvolgendole in un rapporto di fiducia.

Risparmi: di tempi (per archiviazione e ricerca), di costi (dalla carta alle infrastrutture), di risorse (che possono dedicarsi ad attività strategiche per il business), di spazi. Il Politecnico di Milano quantifica il tutto pari a 30-40 euro a ciclo d’ordine.

Velocità:
Ma non sono solo i risparmi a rendere la digitalizzazione più attraente dell’antenato processo cartaceo. Ulteriori vantaggi sono espressi dalla velocità di comunicazione e velocità decisionale dell’azienda. Una dimensione di ‘real time’ che si traduce in una maggiore efficienza di gestione.
Pervasività: adottare un approccio interno in grado di rendere l’innovazione pervasiva, ovvero penetrante. Per farlo le imprese, anche quelle più piccole, devono indicare figure specifiche, come ad esempio il Chief Innovation Officer, con il compito di governare l’introduzione della tecnologia a tutti i livelli.

venerdì 16 dicembre 2016

COME MIGLIORARE VISIBILITÀ E LA REPUTAZIONE DELLA VOSTRA AZIENDA

“Ci vogliono 20 anni per costruire una reputazione ,
5 minuti per rovinarsela.”

Parola di Warren Buffet, uno degli imprenditori più ricchi del globo.

COME VIENE PERCEPITA LA NOSTRA IMPRESA DAI NOSTRI INTERLOCUTORI?
  • La identificano facilmente? Ne hanno un’immagine positiva?
  • La ritengono affidabile e credibile?
  • Per cosa la trovano unica o diversa?
Troverete molto utile la seguente presentazione di Patrizia Menchiari al seminario dal titolo IDENTITÀ DIGITALE E WEB REPUTATION, organizzato alla Camera di Commercio di Brescia insieme a UnionCamere Lombardia.




Tra i VANTAGGI DELL’IMMAGINE AZIENDALE possiamo annoverare l'opportunità di avere più visibilità, credibilità e apprezzamento (e dunque più clienti); la faciltià di  ottenere fiducia di interlocutori interni ed esterni; la minore vulnerabilità nei momenti di crisi (per esempio attacchi e critiche dirette all'azienda; più facilità nell’ottenere risorse e raggiungere obiettivi

REPUTAZIONE = SUCCESSO
Le aziende con la migliore reputazione al mondo sono anche quelle che guadagnano di più. 

SE VOI O LA VOSTRA AZIENDA NON SI INTERESSA DEL WEB, ALTRI COMUNQUE LO FARANNO PER VOI (E PERDERETE IL CONTROLLO)

Sicuramente sapete che cos'è  TripAdvisor: un portale che ha 290 milioni di recensioni su 5,3 milioni di strutture, ristoranti e attrazioni. Tuttavia esistono centinaia e centinaia di siti che permettono di scrivere e leggere recensioni praticamente su ogni cosa, compresa la vostra attività. Gli utenti del web, inoltre, condividono le loro esperienze e opinioni con la loro rete di conoscenze sui social, alimentano un velocissimo passaparola 
 (word of mouth).
Se non prendete voi le redini di questo "chiacchiericcio", finirà che saranno altri a parlare di voi, nel bene e, purtroppo, anche nel male. Comprendere queste logiche significa anche sfruttarle a vostro favore.

WEB REPUTATION

Si tratta di un'attività strategica fondamentale per le aziende e le organizzazioni, perché consente di capire qual è in generale l'opinione diffusa on line riguardo alla tematica a cui si è interessati. Il monitoraggio della web reputation può essere un'attività in continuum, qualora si stia svolgendo una determinata attività di comunicazione on line e se ne vogliono misurare gli effetti nel tempo, o un'attività istantanea volta a fare una sorta di fotografia della situazione del momento: ad esempio, perché si vuole conoscere l'opinione degli utenti prima di entrare in un determinato mercato.

La verifica della propria reputazione on line non riguarda solo aziende e organizzazioni, sono i personaggi pubblici, infatti, i primi ad utilizzare questo servizio, seguiti dalle aziende che vendono i propri prodotti o servizi on line e quelle vendono tecnologie, divertimento, alimentazione e benessere

Come per le Digital PR, da qualche anno anche le aziende farmaceutiche e quelle legate al mondo della salute, hanno cominciato a servirsi di questo tipo di analisi per verificare l'opinione degli utenti riguardo ai proprio farmaci e dispositivi medici.


giovedì 15 dicembre 2016

ELABORA PREVISIONI CON IL POTERE DEI BIG DATA CON PREDICTIVE WORLD

Sviluppato in collaborazione con il Centro di psicometria dell’Università di Cambridge e basato su alcune ricerche scientifiche, Predictive World elabora i dati degli utenti per generare previsioni accurate sulla loro personalità e i loro comportamenti, tra cui la propensione al rischio (per esempio finanziario) e imprenditoriale.
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Predictive World è un’esperienza online che mostra ciò che un potente algoritmo predittivo è in grado di prevedere su qualsiasi utente, basandosi su tracce telematiche, informazioni pubbliche e i “Mi piace” di Facebook. 
Grazie alla geolocalizzazione e alla possibilità di collegarsi al proprio profilo Facebook, dipinge un ritratto psicologico, familiare e professionale un po’ approssimativo ma certamente di grande impatto. 

Per iniziare l'esperienza predittiva collegarsi a predictiveworld.watchdogs.com/it/xp/

UN MONDO DI DATI

Ogni giorno, creiamo 2,5 miliardi di gigabyte di dati, dal nostro ultimo acquisto online ai nostri “Mi piace” sui social network. Attualmente, la maggior parte dei selezionatori professionali analizza i nostri social network prima di leggere anche solo il curriculum. Quando chiediamo un prestito in banca, la sua approvazione dipende anche dai nostri dati sanitari privati. In alcune città degli Stati Uniti, la polizia riesce ad arrestare alcuni individui in base ad algoritmi in grado di prevedere il loro potenziale criminale, grazie a dati come età, etnia, sesso ed estrazione sociale. 

Predictive World ci ricordano come nel mondo ultraconnesso di oggi, la raccolta e l’elaborazione sistematica di grandi quantità di dati privati segni una nuova era di sorveglianza, che potrebbe rappresentare una minaccia alle proprie libertà individuali.

Predictive World è basato su un algoritmo sviluppato dal Centro di psicometria dell’Università di Cambridge, utilizzando una vasta gamma di fonti di dati verificati come dati multimediali psicologici e sociali di oltre 6 milioni di partecipanti alla ricerca, e un’infrastruttura su misura progettata appositamente e in grado di contenere 6,4 miliardi di punti di dati. Raccogliendo e analizzando le tracce telematiche degli utenti e combinando le predizioni con grandi quantità di dati aperti, il sistema è in grado di effettuare oltre 60 previsioni circa per ogni individuo, dalla personalità all’intelligenza, fino all’aspettativa di vita e persino la propensione al rischio finanziario.

UN'ESPERIENZA INTERATTIVA E INNOVATIVA

Questa esperienza dinamica e adattabile mostra chiaramente il rapporto tra sesso e stipendio, tra posizione di una città e rischio di restare vittime di un omicidio. Ancora più importante, gli utenti possono interagire con le previsioni, modificarne gli esiti e comprendere il rapporto tra le diverse variabili. Fornendo una visione inattesa di molti aspetti della vita, Predictive World dà un assaggio del vero potere dei dati e su come chiunque ne abbia accesso possa creare profili piuttosto accurati di ognuno di noi. 





mercoledì 14 dicembre 2016

SINERGIE INTERNAZIONALI AL NISHINIPPON BUSINESS FORUM

Si è svolta come di consueto a Fukuoka, presso il Nishinippon Shimbun Building, lo scorso 30 novembre la quarta edizione del Nishinippon Business Forum. “Scenari e prospettive per nuove sinergie internazionali: il ruolo del Nishinippon nelle dinamiche economiche mondiali”


Il forum ha il patrocinio del Ministero dello Sviluppo Economico (MISE), del Ministero degli Affari Esteri e il Ministero dell’Economia del Giappone e la Japan Business Federation (Confindustria b), e a partire da questa edizione la media partnership di AGI – Agenzia Giornalistica Italia.

L’omonimo Think Tank, il Nishinippon Business Forum è stato fondato da Japan Italy Economic Federation in modo da creare uno spazio dedicato all’analisi dei trend interazionali in atto nella regione e delle loro possibili conseguenze per tutti i paesi membri.

Il think tank ha quindi negli ultimi quattro anni utilizzato l’omonimo evento come riunione annuale, fornendo uno spazio di confronto e dialogo ai proprio membri.
La scelta di Fukuoka non e` casuale: il Kyushu, di cui Fukuoka è una delle citta più importanti, è uno dei punti di osservazione privilegiati per gli scenari e le prospettive scaturiti da nuove sinergie internazionali.
Il sud ovest del Giappone ha recentemente acquisito sempre più importanza data la propria posizione strategica in Asia Orientale.

L’obiettivo del Forum – che riunisce, solo su invito, rappresentanti di istituzioni e imprese giapponesi e italiani e ospiti internazionali – è quello di rafforzare la collaborazione, offrire occasioni di business e fornire una stretta interazione tra decisori di alto livello.
A questa quarta edizione sono intervenuti circa 200 presidenti e top executive di società giapponesi e italiane e 6 i paesi rappresentati dalle rispettive autorita`.

PROGRAMMA

Come da tradizione, il Forum si è aperto con la conferenza principale: “Scenari e prospettive per nuove sinergie internazionali: il ruolo del Nishinippon nelle dinamiche economiche mondiali”, in cui i vari relatori hanno dato il loro contributo e fornito interessati e nuove visioni e riflessioni.

Tra i relatori erano presenti figure dall’alto profilo istituzionale e rappresentati delle realtà imprenditoriali maggiormente presenti sul territorio italiano e giapponese.

La conferenza si è aperta con il saluto introduttivo del Presidente di Japan Italy Economic Federation e Fondatore del Forum Daniele Di Santo, e di seguito i relatori di istituzioni e imprese, tra i quali:
Osamu Akiyama, Direttore Generale della Banca del Giappone, divisione di Fukuoka-Kyushu, che ha sottolineato l’importanza del Kyushu, una regione con una particolare posizione strategica che permette di sostenere alti livelli di crescita ed essere un punto di contatto verso l’Asia e il resto del mondo, per poi concentrare il discorso sugli effetti delle recenti politiche economiche del governo giapponese (la cosiddetta Abenomics); Hiroshi Seki, Financial Advisor dell’Ambasciata Italiana a Tokyo e responsabile del nuovo Desk Investimenti di ICE, che ha illustrato al pubblico le eccellenze a livello mondiale presenti nella comunità imprenditoriale italiana e ha illustrato i vari strumenti con cui le istituzioni italiane possono assistere investitori stranieri qualora intendano investire nel nostro paese; Masanori Nagai, Vice Presidente del Japan Italy Economic Federation che ha illustrato lo scopo del Nishinippon Business Forum, da intendere come un vero e proprio ponte per la cooperazione e l’incontro tra aziende straniere e il Giappone. Ha inoltre auspicato che anche nei prossimi decenni Fukuoka e il Kyushu possano mantenere il tradizionale ruolo di accoglienza nei confronti di comunità straniere in Giappone; Hideki Kishida, Senior Economist al Financial & Economic Research Centre – Nomura Securities Co., Ltd., che nel proprio intervento ha ampiamente trattato la situazione economica dell’Italia, da cui ci si attende per il prossimo anno una crescita del 1%, favorita dal “quantitative easing” messo in atto della Banca Centrale Europea. Parte del discorso è stata dedicata ai problemi che attualmente affliggono l’economia Italiana, in particolare la disoccupazione e l’alto rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo.

Uno spazio è stato dedicato anche a possibili sviluppi futuri sulla scena politica, in cui Kishida si è detto convinto che, successivamente al Referendum costituzionale del 4 Dicembre, qualora ci fosse un cambio dell’esecutivo, ciò non comporterebbe elezioni anticipate ne` instabilita` politica che preoccupi gli investitori; Toshio Kanehira, Vice Presidente di Leonardo-Finmeccanica Japan, che dopo aver brevemente presentato la rinnovata fisionomia e i traguardi raggiunti da Leonardo-Finmeccanica ha dedicato il proprio intervento alla partnership tra Leonardo-Finmeccanica e numerose aziende giapponesi, tra le quali Kawasaki, in particolare nella realizzazione di elicotteri ad uso civile e militare. È stato preso a esempio di questa collaborazione vincente il modello AW 101, tutt’ora in uso nelle Forse di Autodifesa Giapponese, considerate un “successo” dall’amministratore delegato e direttore generale di Leonardo-Finmeccanica Mauro Moretti, molto legato al Giappone.

In parallelo alla conferenza, si sono svolte sessioni di lavoro e incontri riservati tra le aziende di vari settori, in particolare IT e Food Industry, in modo di massimizzare la creazione di scambi e condivisione di idee e strategie.

Il forum ha anche visto la presentazione di due documenti esclusivi realizzati dal Think Tank appositamente per l’evento.
La “Guida al business in Giappone 2016”, documento realizzato per fornire a le conoscenze e gli strumenti adeguati a investire in Giappone per imprese e istituzioni italiane, e il mini-dossier di analisi geopolitica “A new momentum in Russo-Japanese relation?”, che analizza le possibili implicazioni politiche ed economiche della visita del Presidente Russo Vladimir Putin in Giappone il prossimo 15 Dicembre., e contenente considerazioni riguardanti i possibili vantaggi per le aziende italiane.

Per ulteriori informazioni: www.nishinippon-forum.org



martedì 13 dicembre 2016

MULTINAZIONALI ESTERE IN ITALIA: LA METÀ È IN LOMBARDIA

A fornire i dati è il Rapporto Ice (l’Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane).



Le multinazionali estere puntano sulla Lombardia. E lo fanno senza esitazioni: sono 5.300 quelle presenti sul  territorio lombardo, ben il 47 per cento del dato totale nazionale.

La seconda regione in classifica, il Piemonte, raggiunge quasi le mille unità e “vale” dunque, da questo punto di vista, meno di un quinto della Lombardia. Di pari passo anche il numero di addetti al lavoro in queste imprese: quasi mezzo milione di persone (424.339 per la precisione) all’opera all’interno del nostro territorio, il 43 per cento del totale, che è pari a 987.570.

Un altro dato particolarmente significativo è la capacità delle multinazionali presenti in Lombardia di valorizzare la loro attività sul nostro territorio: il fatturato totale è pari a 218,06 miliardi di euro, una cifra neanche lontanamente paragonabile con quella delle altre regioni italiane, e pari a quasi la metà (il 43,2 per cento) del fatturato espresso da tutte le multinazionali attive nel nostro Paese. A fornire i dati è il Rapporto Ice (l’Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane). L'Italia nell'economia internazionale, all’interno del quale sono state elaborate informazioni tratte dalla banca dati Reprint (Politecnico di Milano-Ice) che ha scattato un’istantanea della situazione nazionale alla data del 31 dicembre 2015.

NUMERO IMPRESE: LA SECONDA REGIONE VALE MENO DEL 20% DELLA LOMBARDIA

Provando a stilare delle graduatorie complete relative ai dati appena forniti, emerge in tutta chiarezza il gap che in questo campo separa la Lombardia dalle altre regioni italiane. Se si considera il numero di imprese, dopo i primi due posti già segnalati di Lombardia (5.300) e Piemonte (998), si piazza il Veneto con 961. Fuori dal podio, l’Emilia Romagna con 909; seguita da Lazio (888), Trentino Alto Adige (496), Toscana (494), Liguria (264), Friuli Venezia Giulia (178), Campania e Sicilia (128), Puglia (113), Marche (108), Abruzzo (87), Umbria (69), Basilicata (62), Sardegna (50), Calabria (33), Val d’Aosta (17) e infine Molise (11).

NUMERO ADDETTI: IN LOMBARDIA LAVORO PER OLTRE 400MILA PERSONE

Per quanto riguarda invece il numero di addetti all’interno delle imprese, in tutta Italia se ne contano quasi un milione, sono infatti 987.570. Agli oltre 400mila al lavoro in Lombardia, fanno seguito in graduatoria al secondo e terzo posto, rispettivamente i 151.626 del Lazio e i 103. 873 del Piemonte. È poi il turno di Emilia Romagna (68.571), Veneto (58.089), Toscana (41.588), Liguria (27.491), Abruzzo (21.634), Friuli Venezia Giulia (20.889), Trentino Alto Adige (17.481), Campania (15.423), Marche (12.145), Umbria (6.292), Puglia (6.290), Sardegna (3.919), Sicilia (3.511), Val d’Aosta (1.802), Calabria (1.634), Basilicata (526) e Molise (447).

FATTURATO: LA LOMBARDIA VALE QUASI LA METÀ DEL DATO NAZIONALE

Anche per quanto riguarda i volumi di fatturato, la situazione rimane pressoché invariata. Al primo posto isolato della Lombardia, che come anticipato rappresenta quasi la metà del dato nazionale, fa seguito il Lazio con un valore inferiore della metà e pari a 104,73 miliardi di euro. È poi il turno del Piemonte, con 36,958 miliardi di euro. Seguono, Emilia Romagna (27,38 miliardi di euro), Veneto (25,09), Toscana (21,2), Liguria (16,2), Sardegna (10,43), Abruzzo (7,68), Trentino Alto Adige (7,54), Sicilia (7,33), Friuli Venezia Giulia (6,58), Campania (4,13), Marche (3.99), Umbria (2.79), Puglia (2,37), Val d’Aosta (1,2), Calabria (0,39), Basilicata (0,17) e Molise (0,12).

Link:
http://www.lombardiaspeciale.regione.lombardia.it/wps/portal/LS/Home/Appro

lunedì 12 dicembre 2016

SHARING ITALY: A TORINO SI CELEBRA L'ECCELLENZA DELLE IMPRESE ITALIANE

L'Italia sta cambiando. Ecco le 150 imprese che possono aiutarla: il più importante format sull’eccellenza delle imprese italiane mai prodotto in Italia. Appuntamento il 30/31 marzo 2017 al grattacielo Intesa Sanpaolo di Torino.

Lunedì scorso Filmmaster Events ha realizzato per Intesa Sanpaolo la presentazione a Milano di Sharing Italy, il più grande progetto nato per coinvolgere pensatori innovativi e imprese d’eccellenza per immaginare insieme il futuro economico e imprenditoriale dell’Italia. 



venerdì 9 dicembre 2016

BUSINESS PEOPLE DI DICEMBRE È IN EDICOLA E GRATIS SU TABLET

Business People è una delle riviste più interessanti e dinamiche sotto il profilo imprenditoriale italiano. La rivista si trova in edicola ma è anche possibile sfogliarla gratuitamente su Tablet o Smarthphone scaricando la App dal proprio device.
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Si tratta di un mensile di attualità economica dedicato a chi non si accontenta dei soliti punti di vista, ma ama confrontarsi con un'informazione concreta e indipendente. 
Basato su casi concreti di aziende e sulle esperienze delle persone che le guidano, la testata propone ampie inchieste, articoli su tematiche d'interesse generale, analisi di mercato, interviste ai protagonisti dell'economia, oltre a una ricca serie di rubriche dedicate sia ai trend e all'innovazione sia al tempo libero del target di riferimento.

business people dicembre 2016
Il numero di dicembre 2016
Il formato digitale è disponibile per Pc, Mac, iPhone e iPad. Ma non è tutto.

La nuovissima versione digitale di Business People per smartphone e tablet è disponibile gratuitamente anche su Google Play.

Inchieste, articoli di attualità, analisi dei settori merceologici, interviste a manager e imprenditori trovano così nuova forza grazie ai filmati e le fotogallery che le arricchiscono, costantemente aggiornati con collegamenti al sito internet (Businesspeople.it).

Consigliamo anche la pagina Facebook www.facebook.com/BusinessPeople

Il canale twitter  @bp_italy

Il canale Youtube

mercoledì 7 dicembre 2016

50-75ENNI: LE AZIENDE CHE LI DIMENTICANO COMMETTONO UN GRAVE ERRORE

Attivi ed impegnati, i 50-75 enni si presentano oggi come un target in forte cambiamento rispetto allo stereotipo tradizionale. Dispongono di maggior reddito rispetto alla popolazione italiana (50-59 anni, +9% - 60-74 anni, +13% Fonte: Oss. Cetelem/TNS **) e sono dunque un segmento estremamente interessante per molti brand.

ingrandisci l'infografica (Pdf) 
Se ne è parlato, al Convegno “Consumi Senior: Tendenze ed esigenze di un mercato in crescita”, organizzato da CDV a Milano. Christian Vaccani, Senior Research Executive KANTAR TNS, ha partecipato al confronto, moderato da Giorgio Lonardi, giornalista di Repubblica, che ha approfondito questi temi per comprendere i tratti distintivi, le aspirazioni ed i valori di un segmento che oggi in Italia rappresenta il 42% della popolazione, con una penetrazione online del 40%.

“Si tratta di un segmento eterogeneo – ha detto Christian Vaccani. Possiamo distinguere fra “Younger Senior” (50-74 anni - in Europa il 77% dei Senior, di cui molti cosiddetti Silver Digital – connessi***) e “Older Senior” con più di 75 anni (in Europa 23%)***.

I primi sono i cosiddetti “Baby Boomers”, un target molto studiato in passato da uomini di marketing e comunicazione. Entrati nella vita adulta in piena diffusione della “società dei consumi”, oggi sono in un periodo di forte cambiamento certamente per la “fase” della vita in cui sono, per la crisi economica che ha messo a repentaglio il modello di sviluppo economico, ma anche per la veloce trasformazione del contesto generale: la rivoluzione digitale sta cambiando le modalità con cui si informano e si relazionano con il mondo.

In Italia parliamo di circa 19 milioni di individui, quasi un terzo della popolazione italiana: un segmento oggetto di attenzione non solo per la propria quota di consumo, ma anche per il modo di interpretare il rapporto brand-consumatore, la percezione e la fedeltà alla marca.
Guidano il cosiddetto fenomeno del “down-aging” secondo cui tutte le generazioni vivono come avessero 10 anni in meno, in termini di stile di consumo e valorizzazione dei plus dell’età.

“Siamo tutti d’accordo sul fatto che i “Senior” di oggi non sono più quelli di ieri – ha detto Christian Vaccani –. Sono istruiti, spesso lavorano, hanno una speranza di vita elevata, rispetto ai loro predecessori ed un livello sanitario di supporto che assicura una certa tranquillità. Evidenziano progettualità, voglia di fare, di impiegare il loro tempo in attività stimolanti, di supporto agli altri. Cercano di “invecchiare bene” sia in termini di salute, che di benessere generale e confort”.

La famiglia, più o meno vicina
, è sicuramente fra le priorità dei Senior, che esprimono preoccupazione per la situazione economica di figli e nipoti (64% Molto o Abbastanza Preoccupati – media Europa**) da un lato e di genitori/parenti, dall’altro (53%): un ruolo perno generazionale importante a livello sociale. D’altronde, fra i 50-59enni, il 43% in Europa ha ancora figli in casa (dato che scende al 17% fra i 60-75enni)**.

Hanno uno stile di vita molto attivo, sono protagonisti del proprio tempo – ha continuato Vaccani. Le attività culturali e la vita associativa, insieme ai viaggi, offrono diverse occasioni di svago, di relazione fra pari, un elemento importante per molti che, vedovi o magari oggi separati, vivono allargati della coppia”.

In Italia, 1 Senior su 2 dichiara di frequentare attività culturali almeno 1 volta al mese
(teatro, cinema, musei, etc), mentre in Europa, solo 1 su 3. Una dimensione importante è quella della vita associativa e delle iniziative di portata sociale: il 40% dei Senior (50-75enni)** in Italia si dedica a questo tipo di attività almeno una volta al mese. Si condivide l’esperienza di sentirsi utili, si da valore al proprio tempo, si prendono responsabilità e si aprono nuove relazioni sociali.

Hanno a cuore il loro benessere e la salute. Vogliono mantenersi in forma, invecchiare bene: prestano attenzione al benessere fisico. Fanno Sport (in Europa** il 53% dei 50-59enni 48% fra 60 e 75 anni, almeno 1 ora a settimana) e Passeggiate (39% fra i 60-75 anni cammina per più di 4 ore a settimana**) ed è in Italia, Francia e Spagna che il tasso di pratica sportiva mensile è il più elevato**.
Sono dunque attivi, socialmente aperti ed impegnati, connessi con il mondo. Le prime generazioni di “migranti” digitali che hanno utilizzato il pc nella loro vita professionale, arrivano oggi alla pensione ben informati e multi-device.

La loro dieta mediale è davvero composita e non così arretrata – commenta Vaccani. Certamente i media tradizionali sono preferiti da questo target che ha però ormai in Italia una fruizione digitale molto simile in termini di attività effettuate online rispetto alla popolazione generale, come emerge da Connected Life*, lo studio globale di KANTAR TNS su abitudini e comportamenti degli utenti internet.”

L’approccio al digitale è prevalentemente funzionale (per 1 Senior su 2 in Italia, connesso*), ma l’importanza della rete nella vita dei Senior cresce progressivamente. Conquistati da internet soprattutto per l’aiuto nel mantenimento delle relazioni (messaggi, condivisioni sociali) o per la possibilità di entrare in contatto con pari (forum), utilizzano oggi internet anche come fonte di informazione nel processo d’acquisto.

Attenti alla pubblicità dei Brand,
come dichiara il 55% dei Silver Digital italiani (verso un 43% della media europea**), considerano la marca un criterio importante di scelta (1 su 3)**.
Le aziende possono riflettere su questi aspetti per valorizzare il consumatore “Senior” e mettere in luce i valori, le emozioni, la voglia di impegnarsi e di contribuire, proponendo nuove aree di posizionamento per prodotti dedicati a questi target, un tempo considerati nella fase di declino di vita, oggi più che mai autodeterminati e progettuali, protagonisti del proprio tempo.

lunedì 5 dicembre 2016

10 APP CHE OGNI IMPRENDITORE O MANAGER DOVREBBE AVERE

Vi sentite più vicini a imprenditori come l'ingegnere informatico Sergey Brin  e il matematico Larry Page (fondatori di Google)  o il fisico miliardario Elon Musk, fondatore di Paypal, Tesla Motors e SpaceX?
O piuttosto vorreste prendere esempio da Richard Branson, l'uomo più ricco del Regno Unito, fondatore del colosso Virgin e celebre per le sue imprese ai limiti dell'impossibile!


Chiunque voi siate, o vogliate essere, se amministrate una azienda o dirigete una startup, dovete assolutamente prendere in considerazione la possibilità di dotarvi di alcuni strumenti indispensabili.  Non potranno sostituirvi nelle importanti decisioni che prenderete per migliorare il vostro business, ma eviteranno di sprecare il vostro bene più prezioso... il vostro tempo!
 
1 WebEx Meeting  [multipiattaforma] 
Ai nostri collaboratori suggeriamo lo strumento della CISCO dal giorno della sua uscita e lo troviamo insostituibile. Permette di collaborare via Web in tempo reale da qualsiasi luogo, in qualsiasi momento e su qualsiasi dispositivo. Da quando esiste anche l'applicazione mobile, cosa pretendere di più?

2 QuickMobile  [multipiattaforma]  
Una suite di soluzioni ormai per noi e i nostri collaboratori divenute indispensabili per organizzare meeting, congressi, scambiarsi informazioni utili e gestire riunioni in videoconferenza. Abbattimento dei costi di trasferta assicurati: e più tempo a disposizione per svolgere lavori importanti. Mai più senza!

3 Kadrige i Sharing [iPad]
È il leader europeo nelle soluzioni Saas di informazione scientifica a distanza e web conferencing, e da poco ha annunciato il lancio dell’applicazione Kadrige iSharing per iPad. Utilizzo questa applicazione per condividere contenuti interattivi, organizzare riunioni a distanza e svolgere sessioni di training per centinaia di utenti collegati simultaneamente.
Insomma, un’app a tutto tondo per il business. Grazie a Kadrige Everywhere (una delle innovazioni tecnologiche brevettate da Kadrige Innovative Software), l’applicazione può essere utlizzata ovunque io mi trovi, anche con una connessione a internet molto lenta (4Kb/s)

4 Google Mobile  [multipiattaforma]
Ci permette di trovare in tempo reale siti web, attività commerciali locali, prezzi di prodotti e altro ancora.  Utile per per postare, visionare mappe, utilizzare documenti e calendario, oltre alla ricerca vocale e alla  localizzazione.  Una vera suite di programmi disponibili nella "nuvola" di Google.
 
5 Evernote  [multipiattaforma]
Estremamente utile per  catturare e conservare idee e aspirazioni, fotografare presentazioni e progetti. Cara vecchia Moleskine, ... addio!

6 Microstrategy [multipiattaforma] 
Permette di organizzare su tablet o telefono analisi, report, grafici, dashboard e qualsiasi dato che risulti  indispensabile per il lavoro. 

7 Tripit [multipiattaforma] Da quando usiamo questa applicazione i nostri collaboratori non iniziano un viaggio senza avere pianificato l'itinerario la sera prima. Un vero e proprio consulente specializzato. Oltre a fornirci mete, destinazioni e affini, possono darci tutte le informazioni su una determinata città  e controllare le prenotazioni di alberghi e ristoranti.

 8 Business People Magazine  [multipiattaforma] 
Su Tablet e Smatphone la rivista è gratuita. Uno dei nostri mensili preferiti. Economia, attualità, stile e tendenze disponibile per android e iPad

9 Il Mondo Digital Edition  [iPad]
Fonte di grande autorevolezza nell'informazione economica italiana, Il Mondo offre ogni settimana un panorama completo dei principali fatti economici e dei mercati.

10 Google Apps per il Business [Android]
Non sono solo posta elettronica per le aziende, ma una intera suite di servizi. Pubblica Amministrazione e Sanità in prima linea, ma molte le opportunità per le pmi, dove il cloud può togliere dei gran mal di testa.  

sabato 3 dicembre 2016

CREARSI UNA NICCHIA DI MERCATO: I VANTAGGI DELLA CODA LUNGA PER LE PMI

Il concetto di "coda lunga" (in inglese Long Tale) è stato proposto per la prima volta nel 2004 da Chris Anderson, direttore di Wired e autore del libro The Long Tail. Secondo Chris Anderson per le PMI il futuro risiede proprio nella coda lunga determinata dai mercati di nicchia.


Nel grafico che rappresenta questa teoria, la parte alta della curva della domanda rappresenta il consumo di massa, preponderante fino a qualche anno fa, in cui pochi prodotti raggiungevano alti volumi di vendita e in cui alcuni big players dominavano il mercato sforzandosi di interpretarne globalmente gusti, necessità e consumi.

La coda lunga è un nuovo modello economico-commerciale che sovverte le consuete logiche di mercato, in cui viene offerto un prodotto o un servizio in risposta ad una domanda: nella logica della coda lunga, se l’offerta aumenta anche la domanda continua a crescere con costanza. Se si realizza un grafico di questa teoria economica su assi cartesiani, il risultato ottenuto sarà una curva con l’estremità a sinistra (la testa) che raggiunge valori molto alti e l’estremità destra (la coda) tendente all’infinito.

venerdì 2 dicembre 2016

E-COMMERCE: SARÀ PIÙ FACILE PER LE PMI VENDERE IN EU

Diventa più facile acquistare on line (e dunque vendere) prodotti tra gli Stati membri. La bozza di regolamento approvato elimina le discriminazioni di residenza o nazionalità e apre ai consumatori le porte dell’e-commerce. Gozi: Italia fondamentale per raggiungere l’accordo


Buone notizie per le aziende che intendono internazionalizzare e vendere attraverso l'ecommerce: non ci saranno più discriminazioni geolocalizzate. Né blocchi o restrizioni. 

Il consiglio Ue sulla competitività ha approvato la proposta della Commissione di abbattere le frontiere dell’ecommerce, mettendo al bando tutte le pratiche di «geoblocking» e rendendo gli acquisti online liberi tra i 28 Paesi membri. 

Si potrà fare shopping su siti e portali diversi da quelli del proprio Paese e sarà impossibile bloccare i pagamenti a causa di carte di credito estere. 

Con le nuove regole i commercianti su internet non potranno più discriminare tra i consumatori sulla base della loro residenza su prezzi, offerte, termini e condizioni d’acquisto quando le merci - dai pacchetti vacanze all’abbigliamento - sono consegnate nel Paese dell’acquirente o dove d’accordo con l’acquirente, per servizi elettronici come cloud e web-hosting ma non quelli protetti da copyright, e servizi ricevuti dal consumatore nel Paese dove opera il commerciante, come hotel, eventi sportivi, biglietti per spettacoli o parchi d’attrazioni. 

L’accordo Ue dovrà ora essere negoziato con l’Europarlamento.




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Di seguito potrete scorrere  altri risultati, compresi quelli dei paesi esteri, che forniscono dati interessanti sul comportamento degli utenti in modo da fare previsioni su quello che sarà lo scenario del mercato globale paese per paese sull'utilizzo del web come mezzo di comunicazione, marketing e vendita.