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martedì 27 dicembre 2016

L'IMPRESA 4.0? SI FA CON LA REALTÀ VIRTUALE IMMERSIVA E AUMENTATA

Chi pensava che la realtà virtuale e la realtà aumentata fossero solo gaming e intrattenimento, dovrà ricredersi. 9,6 milioni i dispositivi di realtà virtuale consegnati nel mondo nel 2016, secondo le stime della società IDC, e 13 miliardi e mezzo i dollari raggiunti per il mercato globale entro il 2020, da quanto prevede JPMorgan Securities.

L’applicazione immersiva di Expo 2015, realizzata da Telecom Designè
una delle prime al mondo progettate per il visore di realtà virtuale SAMSUNG GEAR VR



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Dagli ambienti di training aziendale - con esperienze immersive che mostrano ai dipendenti come eseguire le operazioni più semplici, come montare e smontare le componenti di una macchina utensile, e quelle più complesse – ai laboratori digitaliche insegnano agli apprendisti a lavorare con parchi macchine nuovi e al passo con i tempi.






Nell’ambito di Technology Hub - l’evento professionale delle tecnologie innovative promosso da Senaf (MiCo- fieramilanocity, 20-22 aprile 2017) il settore AR/VR Hub sarà dedicato agli strumenti e agli ambienti di realtà virtuale. Un nuovo grande coach in pixel che si integra a manuali e fogli cartacei, offrendo una preparazione dai notevoli vantaggi in termini di timesheet e costi. Secondo le stime della società IDC i  dispositivi di realtà virtuale consegnati nel mondo nel 2016 saranno 9,6 milioni, e 13 miliardi e mezzo i dollari raggiunti per il mercato globale entro il 2020 (fonte JPMorgan Securities).

giovedì 22 dicembre 2016

MEDIE IMPRESE: COME RECUPERARE TERRENO (E FATTURATO)?

Le medie imprese di tutta Europa hanno bisogno di innovare con la digital transformation per competere e puntare alla crescita di fatturato. I risultati di una ricerca commissionata da Ricoh a Coleman Parkes mettono in evidenza un possibile percorso di sviluppo. (A cura di David Mills, CEO di Ricoh Europe)


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Cosa si potrebbe fare con 433 miliardi di euro? Si potrebbero ad esempio realizzare i 77.000 km della rete autostradale americana oppure sovvenzionare oltre un centinaio di missioni su Marte . Di fatto, l’intera economia della Polonia genera all’incirca quella cifra .
Da una recente ricerca commissionata da Ricoh a Coleman Parkes è emerso che le 75.000 aziende di b dimensioni presenti in Europa perdono potenzialmente 433 miliardi di euro di fatturato ogni anno.


Quali sono le cause? Cosa possono fare le medie imprese per recuperare fatturato?

Partiamo dal fatto che, come messo in evidenza dalla ricerca Ricoh, le medie imprese soffrono della “sindrome del figlio di mezzo” se paragonate alle start-up e alle grandi aziende a cui è infatti principalmente rivolto il supporto da parte dei Governi e dei legislatori. Si tratta di una grande occasione perduta, dal momento che le medie imprese rappresentano il motore dell’economia europea.

Il 93% di queste aziende mette in evidenza l’esistenza di freni che impediscono loro di raggiungere il pieno potenziale. Tra i principali ostacoli:
•    Requisiti normativi complessi e che richiedono ingenti investimenti
•    Difficoltà nell’attirare nuovi talenti
•    Difficoltà nell’ottenere finanziamenti per nuove tecnologie a supporto della crescita
Le medie aziende non dovrebbero stare ad aspettare che cadano i vincoli burocratici, ma rimboccarsi le maniche ed agire per recuperare fatturato. Su quali aspetti concentrarsi?

1.  Il futuro è interconnesso

Per avere successo nell’attuale mercato competitivo, le aziende devono riuscire ad essere il più agili possibili sia all’interno – ad esempio nell’ambito della Ricerca e Sviluppo o nella condivisione delle informazioni – sia all’esterno per rispondere rapidamente alle richieste dei clienti. La buona notizia sta nel fatto che le tecnologie per la digitalizzazione sono ormai alla portata di tutte le aziende che vogliono introdurre modalità di lavoro più flessibili e smart. La ricerca ha messo in evidenza come il 30% del campione delle medie aziende deve ancora implementare tecnologie per la digitalizzazione. Per le realtà che invece lo hanno già fatto i benefici sono chiari: il 65% delle aziende che ha implementato tecnologie digitali sostiene che questa innovazione abbia consentito loro di superare i competitor.

2.  Ridurre i costi con la digital transformation

Oltre ad aumentare la flessibilità, la digital transformation porta ad una significativa riduzione dei costi operativi. Ad esempio, digitalizzando i processi di fatturazione e di gestione del cash flow non è più necessario tracciare i flussi documentali cartacei e le aziende possono utilizzare la risorsa più preziosa – il tempo – per gestire attività strategiche per il business. Questo migliora la produttività, velocizza i cicli di pagamento ed elimina i costi per la produzione, distribuzione e gestione delle fatture.

3.  Normative: prevenire è meglio che curare


Come detto, la complessità normativa è citata nelle ricerca tra i principali ostacoli alla crescita. Una possibile strada è quella di lavorare con partner in grado di gestire tale complessità, scegliendo soluzioni certificate o pacchetti di servizi per stare al passo con i cambiamenti normativi. Ad esempio, come conseguenza della maggiore diffusione dello smart working, i dispositivi aziendali e i dati in essi contenuti devono essere sempre più protetti. A breve un nuovo regolamento europeo introdurrà pesanti sanzioni in relazione alla data breach, sanzioni che metteranno in difficoltà anche le grandi aziende. Quelle di medie dimensioni devono quindi riuscire a gestire fin da subito gli accessi ai dati, trovando soluzioni che abilitino lo smart working senza compromettere la sicurezza delle informazioni.

Non c’è dubbio che le medie aziende abbiano ambiziosi obiettivi di crescita: il 38% delle medie aziende europee sta pianificando di quotarsi in borsa, mentre il 21% intende attuare operazioni di merger and acquisition. Anche se attualmente sembra che manchi l’adeguato supporto, non è detto che il potenziale resti irrealizzato. Puntare sulle tecnologie potrebbe essere un buon punto di partenza per aiutare le medie imprese a recuperare la loro parte dei 433 miliardi di euro potenzialmente disponibili.



martedì 25 ottobre 2016

L'ECOMMERCE IN EUROPA :OPPORTUNITÀ PER LE IMPRESE ITALIANE

Quanto vale l’e-commerce in Europa? Chi sono le persone che acquistano online? A queste domande risponde l’Ecommerce Foundation con un suo studio. Su 685 milioni di europei sopra i 15 anni, il 43%, pari a 296 milioni, acquista su internet. Il paese che spende di più è la Gran Bretagna, con un totale di 174.357 milioni di dollari, mentre la spesa complessiva europea è di 505.1 miliardi di dollari, con un aumento del 13,3% rispetto al 2014. La spesa media per persona è di 1709 dollari.



In Italia ci sono 17,7 milioni di e-shoppers, pari al 34% della popolazione sopra i 15 anni. Nonostante l’Italia non brilli per performance logistiche, ottenendo la 20° posizione in classifica, gli italiani spendono principalmente in vestiti, oggetti per la casa e il giardinaggio e per l’intrattenimento. I servizi più comprati online sono ticket aerei e accomodation, categoria che include sia le stanze di hotel sia le camere affittate con Airbnb. Nonostante questi dati incoraggianti, l’Italia non viene percepita come un paese in cui è facile pare impresa, infatti risulta 45° in classifica.

Vikyanna è in grado di aiutare chiunque voglia vendere i suoi prodotti e servizi con un e-commerce, portandolo nella condizione di incrementare agevolmente i propri ricavi. Contattateci per scoprire cosa i nostri esperti possono fare per voi.









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Siete interessati a migliorare la presenza online o nell'ecommerce della vostra azienda? Inviateci il vostro caso: lo analizzeremo proponendovi le migliori soluzioni.
 




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mercoledì 21 settembre 2016

IIT VINCE 2 PROGETTI COMPETITIVI ERC DEL VALORE DI 3 MILIONI DI EURO IN FINANZIAMENTI EU

325 premi assegnati in Europa per un valore di 485 milioni di euro. 10 i progetti finanziati in Italia.
Sono stati appena comunicati i 325 vincitori degli ERC Starting Grant, i finanziamenti competitivi dello European Research Council (ERC) destinati ai migliori giovani scienziati in Europa. 
Dei 10 i ricercatori italiani selezionati, 2 svolgono la loro attività all’Istituto Italiano di Tecnologia: Iwan Moreels (35 anni) e Gianni Ciofani (34 anni), dove hanno già ottenuto risultati importanti nel campo dei nuovi materiali e delle neuroscienze.
I due progetti su cui l’Europa ha scelto di investire, “PHOCONA“ e “SLaMM”, saranno finanziati fino a un massimo di 1,5 milioni di euro ciascuno. Questi si sommano agli 11 finanziamenti ERC già ottenuti da ricercatori IIT nel corso dei dieci di attività dell’Istituto, per un totale di 13.

Dei quasi 3000 progetti proposti all’ERC, solo l’11% è risultato meritevole del finanziamento Starting Grant, che ha l’obiettivo di permettere ai ricercatori che hanno conseguito il dottorato di ricerca da meno di 7 anni, di creare un proprio gruppo di lavoro. Iwan Moreels e Gianni Ciofani avranno dunque l’opportunità di continuare le proprie ricerche in modo più ampio all’interno dei laboratori di IIT.

Iwan Moreels, 35 anni, ha conseguito il titolo di Doctor of Engineering in fisica applicata all’Università di Ghent in Belgio nel 2009, per poi arrivare a Genova nel dipartimento di nanochimica di IIT nel 2012 e iniziare il percorso di Tenure Track nel 2014. Moreels si occupa di nanotecnologie applicate alla fotonica e con il  progetto “PHOCONA” metterà a punto nuovi nanomateriali bidimensionali in grado di emettere luce con caratteristiche uniche di frequenza e colore, utilizzando procedure semplici e facilmente scalabili. Questi dispositivi potranno essere utilizzati nel campo della comunicazione ottica e quantistica, ma anche nella nuova generazione di display e sistemi di illuminazione.

 

sabato 3 settembre 2016

FREDDO COME UN MAGNETE: IL FRIGORIFERO CHE RISPETTA L'AMBIENTE

Una nuova tecnologia si affaccia nel campo della refrigerazione, basata su materiali capaci di reagire alle variazioni di campo magnetico con un cambiamento di temperatura. Il gas refrigerante dei nostri frigoriferi potrebbe presto essere sostituito da un solido dotato di particolari proprietà magnetiche, privo di effetti dannosi sull’ambiente.
Questi sviluppi della ricerca scientifica sono il tema di THERMAG VII, la Settima Conferenza Internazionale sulla Refrigerazione magnetica a Temperatura ambiente, prevista a Torino dal 12 al 14 settembre nella sede congressuale Torino Incontra, in via Nino Costa 8. 


Il convegno è organizzato dall’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRIM) in collaborazione con l’Istituto Internazionale di Refrigerazione (IIR) e riunisce circa 200 studiosi da ogni parte del mondo per fare il punto sullo stato dell’arte di ricerche che coinvolgono fisici, chimici e ingegneri. La refrigerazione magnetica non riguarda infatti solo aspetti teorici, ma pone anche problemi di progettazione e realizzazione di dispositivi, macchine e prototipi.
Dagli studi sui materiali magnetici il frigorifero che rispetta l'ambiente Convegno a Torino dal 12 al 14 settembre organizzato dall’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRIM) e dall’International Institute of Refrigeration (IIR).