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giovedì 22 settembre 2016

CHE POSTO HA IN ITALIA LA CULTURA DELL'INNOVAZIONE?

Perché è importante che la cultura di un paese valorizzi l’industria, la tecnologia e la scienza? Quanto incidono questi valori sulla sua capacità innovativa ed il suo primato industriale nel mondo? Ed infine, nei comportamenti e nei valori degli italiani che posto ha la cultura dell’innovazione?


LA CAPACITÀ INNOVATIVA
È tradizione misurare la capacità innovativa di un paese con i risultati tangibili soprattutto della sua competitività industriale, della sua bilancia tecnologica ed output brevettuale. Sulla base di questi dati viene imputata ad una serie di variabili la responsabilità delle performance innovative, dalla spesa in Ricerca & Sviluppo, al regime fiscale, al mercato del lavoro, ai vincoli di tipo legale e burocratico. Quasi mai si prende in considerazione l’elemento umano, soprattutto nella sua dimensione comportamentale e valoriale, come fattore causale fondamentale per il primato innovativo di un territorio.

martedì 19 luglio 2016

PMI: IL DIGITALE VI SALVERÀ

La dimensione delle aziende del veneto (e mediamente di quelle italiane) è  troppo piccola e non siamo leader nella tecnologia, «ma sappiamo di essere i migliori al mondo in molte classi di prodotto». Parola di Alberto Baban, presidente della Piccola industria di Confindustria.



La situazione dell’innovazione in Veneto rispecchia questo aspetto: il Veneto è ai primi posti in termini di alfabetizzazione digitale, ma con un primato frutto della media fra chi corre nell'Ict e settori più tradizionali a utilizzo minore (agroalimentare, costruzioni, meccanica). Il Veneto inoltre ha la spesa in R&D superiore alla media nazionale (5,7% contro 3,6%), ma con un numero più basso di brevetti, segno che l’innovazione è più incrementale che alla ricerca di nuove soluzioni rivolte al futuro. 

Altro esempio: il Veneto possiede una grande vocazione internazionale, ma in cui l’individualità spiccata sfocia troppo spesso in individualismo anche all’interno del sistema imprenditoriale, minando alla base la collaborazione indispensabile per crescere e affrontare i mercati globali.

Andrea Paliani, senion partner di EY.com, presentando i dati dell’ Osservatorio sull’Innovazione sviluppato con Confindustria,  ha voluto sottolineare come questo territorio rappresenti «un’eccellenza tra le regioni italiane che con il digitale ha l’opportunità di valorizzare alcune sue caratteristiche e superare alcune criticità che ne frenano la crescita». Fra questi c’è «la carenza di laureati in science e tecnologie, di occupati nei servizi a valore aggiunto, di scarsità di brevetti e pubblicazioni scientifiche e investimenti in ricerca e sviluppo, di infrastrutture digitali e fisiche oltre alla mancata digitalizzazione dei processi amministrativi».

L’Italia che innova può crescere: sviluppando la sua cultura dell’innovazione. Tracciando una via italiana alla quarta rivoluzione industriale. Ha tutte le capacità per farlo. Ma questa volta si deve superare: non può riuscirci se si lascia dominare dalle tensioni partigiane. Deve fare squadra per un obiettivo comune. E deve farlo per lungo tempo. Da questo punto di vista le serve un salto culturale non piccolo. Grande.

sabato 16 luglio 2016

PIEMONTE E FRIULI VENEZIA GIULIA LE REGIONI PIÙ INNOVATIVE D'ITALIA

In Italia le regioni più innovative sono il Piemonte e il Friuli Venezia Giulia. Lo afferma uno studio pubblicato pochi giorni fa, il 14 luglio 2016, a cura della Commissione Europea.

La 7a edizione del Quadro di valutazione dell’innovazione regionale (QIR) presenta una valutazione comparativa del rendimento nel campo dell’innovazione in 214 regioni di 22 Stati membri dell’UE e della Norvegia. Inoltre vi sono inclusi Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo e Malta a livello di paese poiché in essi non esiste un livello amministrativo regionale in quanto tale. Le regioni europee sono state quindi classificate nelle categorie:

  • Leader dell’innovazione (36 regioni),
  • Forti innovatori regionali (65 regioni),
  • Moderati innovatori regionali (83 regioni)
  • Modesti innovatori regionali (30 regioni)


L’eccellenza nell’innovazione si concentra in un numero relativamente limitato di zone in Europa. Tutti e 36 i Leader dell’innovazione regionale dell’UE si trovano in sette Stati membri dell’UE: Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Paesi Bassi, Svezia e Regno Unito. Un’analisi condotta in un periodo di nove anni, l’ultimo dei quali è il 2016, indica che l’appartenenza ai gruppi di rendimento è rimasta stabile nella maggior parte delle regioni (70%), mentre nelle rimanenti si riscontrano diversi passaggi a gruppi di rendimento inferiori e superiori. 

All’interno dei gruppi di rendimento la resa media dei Forti innovatori regionali e Moderati innovatori regionali è migliorata col tempo, ma di converso si è registrato un declino per i Leader dell’innovazione regionale e per i Modesti innovatori regionali. Si osserva quindi un parziale processo di convergenza per cui i Forti innovatori e i Moderati innovatori riducono il loro differenziale di rendimento rispetto ai Leader dell’innovazione.

Qual è la situazione italiana?

In Italia le regioni più innovative sono il Piemonte e il Friuli Venezia Giulia. Fra gli aspetti analizzati, troviamo anche gli investimenti fatti in Ricerca e Sviluppo (R&D) e quelli Non-R&D, il numero di brevetti europei registrati e il grado di innovazione e investimento delle SME (micro, small and medium-sized enterprises, in italiano PMI – piccole e medie imprese). 

Nelle immagini si può vedere il livello di investimento e innovazione in ognuno degli aspetti analizzati, rapportato con la media dell’UE a 28 relativi al Piemonte e al Friuli Venezia Giulia. Per scoprire il livello di ogni regione, invitiamo a scaricare il report che trovate qui.